FATTO A MANO,
COME UN’OPERA D’ARTE

Gli Agnolotti del Plin

LA STORIA

I Plin sono una preparazione tradizionale del Piemonte, il cui nome deriva dal pizzico che viene dato alla pasta per racchiudere il ripieno, stretto in una sfoglia sottile. Sono preziose tasche di sfoglia all’uovo ripiene.

I Plin vantano origini antiche e sono, nel 1846, citati in una ricetta di un cuoco torinese, Francesco Chapusot. Gli ingredienti base per preparare la sfoglia sono: farina di grano tipo 00, uova intere e tuorli, un cucchiaio di olio extravergine di oliva. Per il ripieno, invece, possono essere usati svariati ingredienti: arrosto vitello e coscia di maiale, spinaci, uova, parmigiano, noce moscata, sale e pepe.

LA RICETTA

Si tratta di una ricetta piuttosto complessa perché prevede una lavorazione anche per il ripieno, che una volta cotto, va lasciato raffreddare e tritato. Si prepara quindi la sfoglia disponendo la farina a fontana su una spianatoia e unendovi poco alla volta gli altri ingredienti. Viene stesa una sfoglia sottilissima per poi procedere alla formazione dei Plin, evitando che la sfoglia indurisca: con le dita si formano delle piccole noci di ricco ripieno e si collocano sulla sfoglia a circa un centimetro dal bordo e alla distanza di un centimetro l’una dall’altra.

Il ripieno

Qui il segreto della nostra factory d’arte. Il ripieno! Il ripieno può presentare, a seconda delle zone, alcune variazioni.

Dalle carni di vitello e di maiale fino alle verdure… ma noi abbiamo voluto creare scrigni preziosi che celano al loro interno ricette originali gourmet o interi piatti della cucina italiana, in un concentrato di gusto che esplode in bocca!

A questo punto questi tesori si nascondono, stendendo sopra questo strato una seconda sfoglia che si fa aderire longitudinalmente con una leggera pressione delle dita, quindi, si taglia la fila di Plin con una rondella. Infine si imprime un pizzicotto (il famoso «plin!») per saldare il ripieno… o forse perché sono tanto deliziosi che ci aspetteremmo parlassero? Un po’ come l’aneddoto secondo cui Michelangelo, contemplando il Mosè e stupito egli stesso dal realismo delle sue forme e dalle finiture, abbia esclamato «Perché non parli?» percuotendone il ginocchio con il martello che impugnava!!!

Queste opere d’arte della cucina e tradizione italiana si fanno riposare al fresco per un paio d’ore in modo che asciughino leggermente… e finalmente possiamo scoprire la magia di un intero piatto stellato in un solo boccone!